Amianto e FAV. È ben noto che, dopo anni di studio e ricerca, l’amianto è stato messo al bando nei materiali da costruzione. Dopo aver accertato, infatti, gravi casi di patologie polmonari sviluppati a seguito all’esposizione all’amianto, è stato necessario intervenire con atti di mappatura e bonifica degli edifici che contenevano questo materiale e il lavoro in questo senso è ancora in atto. Adesso le fibre di vetro artificiali, note come FAV, sono sotto esame per le stesse ragioni.
Cosa sono le FAV
Le fibre artificiali vetrose utilizzate in alcune applicazioni e manufatti in sostituzione all’amianto, appartengono alla categoria delle fibre artificiali inorganiche. Il loro diametro e la loro lunghezza variano a seconda del processo produttivo adottato e, per questo, le dimensioni delle FAV, seppur eterogenee, rimangono sempre nell’ambito dei manufatti realizzati dall’uomo e pertanto gestibili dimensionalmente nella parte morfometrica già dalle fasi produttive.
Ma di cosa sono fatte le FAV? Le materie prime utilizzate per produrle sono materiali estratti da miniere o cave (sabbia, argilla, pietre calcaree, dolomite, rocce di basalto), prodotti chimici di sintesi (ceneri di soda, borace, acido borico, allumina) e prodotti secondari di altri processi produttivi (scorie di altoforno). Il composto maggiormente presente nella composizione delle FAv, tuttavia, è la Silice (che ne rappresenta circa il 50%) sotto forma di silicati amorfi e non cristallini, ma sono sempre presenti, in quantità variabile, ossidi di Alluminio, Calcio, Magnesio, Bario, Zinco, Sodio, Potassio e Ferro.
Le FAV, quindi, presentano differenti caratteristiche chimico-fisiche per garantire performance diverse e vengono diversificate a seconda dell’utilizzo finale al quale sono destinate.
A seconda della modalità di produzione, possiedono quindi una biopersistenza differente.
Le attività in questo senso vengono svolte seguendo la tendenza di produrre fibre sempre meno biopersistenti, per evitare, una volta inalate, i potenziali effetti nocivi sulla salute legati alla loro esposizione.
FAV: cosa sappiamo in merito agli effetti sulla salute
Ad oggi, specie dopo la messa a bando dell’amianto, le fibre artificiali vetrose (FAV) hanno raggiunto un alto livello di diffusione e utilizzo e, di conseguenza, hanno assunto una rilevante importanza commerciale dovuta al largo impiego che se ne fa in molti settori produttivi.
Questo rende indispensabile una maggiore tutela della salute della popolazione e dei lavoratori esposti. È dunque più che mai necessario approfondire le conoscenze scientifiche relative ai rischi legati alla esposizione a fibre artificiali vetrose e individuare le necessarie “misure di prevenzione da adottare e le corrette modalità di impiego, uso e manutenzione da rispettare”.
In quest’ottica, già il 25 marzo del 2015, è stato approvato il documento “ Le fibre artificiali vetrose (FAV): linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizione e le misure di prevenzione per la tutela della salute”.
Il documento redatto, si sofferma ampiamente sugli effetti sulla salute, specialmente in relazione alla capacità delle Fibre Artificiali Vetrose di “penetrare nell’organismo attraverso le vie respiratorie”. Questa capacità è propria delle “fibre così dette respirabili, termine con cui si identificano le fibre che, in sospensione nell’aria, sono in grado di essere respirate dall’uomo e penetrare profondamente all’interno delle vie respiratorie nonché, in ragione delle loro dimensioni (diametro e lunghezza), di raggiungere anche le diramazioni terminali più distali”, alla pari delle fibre di amianto.
Le linee guida pongono l’attenzione in particolare su alcuni argomenti relativi agli esiti degli studi condotti circa gli effetti sulla salute che l’esposizione alle FAV possono comportare che, si noterà, sono assimilabili agli effetti nocivi dell’amianto:
– effetti infiammatori sulle strutture polmonari;
– effetti irritativi;
– cancerogenicità;
– valutazione IARC per gli effetti cancerogeni;
– effetti delle Fibre Ceramiche Refrattarie (FCR) sulle strutture polmonari;
– effetti irritativi delle FCR
– cancerogenicità delle FCR.
FAV e amianto: conclusioni
Da questa breve analisi è facile evincere che, in conformità a quanto previsto dal D.lgs. 81/2008 «l’esposizione a lane minerali artificiali ricade nell’ambito del campo di applicazione del capo I ‘Protezione da agenti chimici’, mentre la esposizione a fibre ceramiche refrattarie, in quanto classificate cancerogene di categoria 1 B, ricade nel campo di applicazione del capo II ‘Protezione da agenti cancerogeni e mutageni’».
Guppo Alis: un valido alleato nella prevenzione
Quelli della presenza di amianto o dell’esposizione alle FAV sono problemi da non sottovalutare.
Gruppo Alis supporta le aziende e i privati nell’individuazione, tramite il suo laboratorio analisi altamente specializzato, nella loro individuazione e nella valutazione del rischio.
In particolare ALIS fornisce consulenze e servizi in materia di:
– individuazione delle FAV nelle strutture edilizie;
– valutazione dello stato di conservazione in cui si trovano;
– valutazione del rischio associato alla presenza di FAV per gli occupanti dello specifico ambiente (ambiente di lavoro o di vita);
– attuazione del piano di controllo per il mantenimento in situ delle FAV;
– assunzione del ruolo di “coordinatore rischio FAV” per l’attuazione del piano di controllo
– indagini ambientali per la verifica delle FAV aerodisperse
– assistenza ai datori di lavoro, proprietari di immobili, gestori e amministratori di condominio, coordinatori della sicurezza nei cantieri;
– supporto tecnico alle imprese di bonifica o ai datori di lavoro (ma anche ai privati) nelle complesse procedure di campionamento e analisi delle FAV sia in forma massiva che aerodispersa.
Contatti:
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